La pausa pranzo ai tempi del Covid-19: cosa mangiamo in Smart working?

Il covid-19 sembra aver cambiato anche le nostre abitudini alimentari in Smart working, ma in maniera positiva.

A rivelarlo è un sondaggio, lanciato online da American Pistachio Growers, l’associazione no profit che riunisce i coltivatori di pistacchi californiani.
A pranzo più piatti sani – insalate leggere – e meno comfort food – lasagne e pasta. È il 55% degli italiani intervistati che lo dichiara, perché anche a casa il ritmo di lavoro è serrato e la pausa pranzo veloce.

Il cibo dello smart working è quindi il “grabby food”, alla lettera il cibo che si afferra con le mani dal piatto.

E per lo spuntino spezza fame di metà mattina o pomeriggio?

Il 62% degli intervistati preferiscono la frutta secca, a discapito di dolciumi e calorie, fra cui i pistacchi americani, ottima fonte di proteine, fibre, grassi buoni, e aminoacidi essenziali.
Contengono, inoltre, luteina e zeaxantina, che ci aiutano a proteggere gli occhi da lesioni fototossiche e dalla secchezza oculare dovuta allo schermo del computer, favorendo il mantenimento del peso corporeo.

Ma come fare per non cedere alla tentazione della fame nervosa o per noia?

È fondamentale che anche durante la giornata di smart working si mantengano dei ritmi alimentari regolari, mangiando in momenti prestabiliti: tre pasti principali (colazione, pranzo, cena) e due spuntini.
Così evitiamo di eccedere col cibo o di saltare un pasto.